Piccole mutazioni sono destinate a cambiare abitudini consolidate

Se un agente di cambiamento non provoca disagio , stupore o disorientamento , non si affermerà come agente di cambiamento , ma se provoca eccessivo disorientamento e perdita di punti di riferimento , verrà rifiutato e non si affermerà ugualmente come agente di cambiamento.Egli dovrà, rimanere, pertanto all’interno di quello che viene definito ambito ottimale.

la percezione dello sforzo non è direttamente influenzata da segnali sensori che provengono dai muscoli locomotori, dal cuore, dai muscoli respiratori.
In pratica la sensazione di sforzo è generata centralmente da segnali che partono dal comando motorio centrale e inviati alla corteccia cerebrale .

Quando è richiesto un aumento dell’attività del comando centrale per mantenere un determinato livello di forza a causa di alterazioni fisiologiche, si determina anche un aumento della sensazione di sforzo e quindi di percezione.

In breve, il ruolo limitante della percezione dello sforzo è spiegato dalla teoria della “intensità motivazionale” di Brehm (1989) secondo la quale un individuo è disposto ad eseguire un’attività fino a quando lo sforzo richiesto raggiunge il livello massimo di sforzo che la persona è disposta a produrre, la cosiddetta motivazione potenziale.

Questi elementi sottolineano la necessità di sviluppare ed ottimizzare anche le risorse mentali attraverso un processo di formazione a lungo termine accuratamente pianificato e flessibilmente adattato alle esigenze individuali, come si realizza per le capacità condizionali, coordinative, tecniche e tattiche.

l contributo che i l Tecnico e può dare è aiutare l’atleta a sviluppare il senso di “auto efficacia”. È un processo in base al quale un individuo può arrivare a possedere nuove capacità attraverso un percorso di attivazione (consapevole) delle proprie potenzialità. Questo processo parte dalla presa di coscienza del proprio valore

e livello di competenza per arrivare al potenziamento delle proprie capacità di autoregolazione.

non possiamo “risolvere i problemi che abbiamo, se non cambiamo il modo di pensare che li hanno creati’ (A. Eistein).

Dare dunque vita ad una mutazione possibile perché “le idee sono come i conigli; ne prendi un paio, impari a gestirli e ben presto te ne ritrovi una dozzina”

Al di là delle battute, la prospettiva deve essere quella di guardare al sapere (anche e particolarmente a quello Tattico , mettendosi nelle condizioni di conoscere non solo argomenti non sempre propriamente “vicini” al nostro campo specifico perché ritenuti a noi utili, ma preferibilmente fare in modo che quelle stesse conoscenze aprano nuove chiavi di lettura, nuove prospettive, nuove visioni e, soprattutto, aprano mutazioni in tutti i sistemi di sapere dai quali si è partiti.

Piccole mutazioni sono destinate a cambiare abitudini consolidate, curiosità,creatività,intuizione,struttura e sperimentazione .

La vita non è un cumulo di esperienze da tramandare, ma solo una successione di esperienze da oltrepassare .

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